Era stata una delle mini-proposte avanzate a parrocchie e associazioni circa due mesi fa, quella di ricordare persone o eventi con un angolo di giardino, un’aiuola, qualche cespuglio, un albero… Nell’Unità pastorale Beata Vergine della Neve, precisamente a Castellazzo, nel settembre 2019, è sorto il “Giardino dei Giusti”, a ricordo di figure particolari del nostro mondo e del nostro tempo, persone defunte o tuttora in trincea, per la difesa dei diritti umani fondamentali.
E il Giardino, dopo i primi 4 alberi-memoria, è destinato a crescere, dato lo spazio circostante, proprio dietro la chiesa parrocchiale.
Un’ iniziativa analoga è stata realizzata a Masone, nel tardo pomeriggio di domenica scorsa 24 maggio, quinto anniversario esatto della Laudato sì (24 maggio 2015, festa di Pentecoste).
Un buon pezzo di terra della parrocchia, a lato del piazzale della chiesa, ha ospitato per una quindicina di anni alcune roulottes di marocchini. Il grave incendio dello scorso anno ha cambiato ogni prospettiva e possibilità di continuare l’esperienza. Il terreno è stato gradualmente liberato e messo in condizione di accogliere altre piante, cespugli e fiori, oltre a quelli già esistenti.
Come Gruppo Laudato sì della nostra UP, stimolati dalla vivacità della Rete Interdiocesana Stili di vita, dall’Ufficio nazionale CEI di Pastorale sociale e del lavoro e dall’esempio della “martoriata” Diocesi di Bergamo, che ha indicato e proposto con iniziative anche mediatiche la settimana dal 18 al 25 maggio come “Settimana della Laudato sì”, abbiamo pensato di rendere omaggio all’Enciclica di Papa Francesco, in coincidenza appunto con il V anniversario della sua pubblicazione, con la speranza di provocare un sussulto di consapevolezza per la cura del creato, nel rispetto della vita e di tutta l’opera creatrice della Trinità Divina.
Tre targhe, una con le date e due con preghiere trinitarie, sono state fissate sul terreno.
A Dio piacendo, più avanti, al centro dello stesso spazio, sarà posto un piedistallo con una statua medio-piccola della Vergine Madre, Maria Immacolata, colei che più di tutti, come donna, sposa e madre, ha vissuto in sintonia perfetta, sofferta ed esaltante, con la volontà del Padre, l’amore del Figlio e la missione dello Spirito.
Vicino al suddetto terreno, nella parte più prossima alla chiesa, già due anni fa, ha avuto inizio una piccola esperienza di orto sinergico comunitario, con varietà di colture, dagli ortaggi alle erbe aromatiche, dagli alberi ornamentali a quelli da frutto, dalla vite, al mais, al melograno, al fico, all’ulivo, con il pensiero ideale un po’ volto ai sette frutti della Terra Promessa (Deut VIII, 6-10). L’esperienza è stata altalenante, ma resta incoraggiante, nonostante il corona virus, che ha complicato la situazione. Molte persone vi hanno preso parte, anche per provare poi, giustamente, qualcosa di simile a casa propria. Di fatto, la scorsa estate, per alcune domeniche, sul sagrato della chiesa, dopo la messa, sono state condivise gratuitamente zucche, uva da tavola,
lavanda, aromi, semi, così come gratuitamente varie persone avevano condiviso le fatiche del lavoro per seminare, trapiantare, innaffiare con l’acqua piovana raccolta dal tetto della chiesa.
E’ bello ricordare che tutto è iniziato, praticamente, con la Laudato sì, autorevole ispiratrice
di quello che, anche in precedenza, era stato una specie di mantra socio-ecologico e spirituale:
”costruiamo comunità nella biodiversità”. La varietà dei gruppi umani (a volte anche marocchini, sinti, rom, amici ospiti dal Madagascar), la varietà della natura (piante, cespugli, fiori), la varietà delle idee: tutto è stato “una carezza di Dio” (LS, n.84). E tutto è stato poi raffigurato in un lungo murales fatto a più mani, che ha coperto la bruttura del cemento, versante chiesa, del Ponte di Masone sulla ferrovia, tracciando con artistica fantasia il cammino variopinto dell’umanità e del creato, dalle origini al suo compimento.
Davvero sorprendente la sinergia di intenti, di persone (speciale l’apporto pittorico delle ragazze del Centro diurno Il Villaggio), di mezzi (anche il Comune di RE ha dato il suo contributo), di creatività, ispirata dalla natura stessa, madre e maestra umile e generosa, fragile eppure resistente, sempre l’ultima ad arrendersi e la prima a ripartire, come il Risorto…
Uccellini, farfalle e insetti, cespugli, fragole e fiori, anche bambini e genitori in cerca di pace, ne hanno tratto gioioso beneficio. Consapevoli o no, sono stati tutti a loro volta per altre creature
“una carezza di Dio”, tenera, profumata, graziosa! (don Emanuele Benatti)